Quando un agente patogeno, come il virus del raffreddore, penetra nell’organismo del suo bambino, il sistema immunitario reagisce per combatterlo, in virtù del suo compito di preservare la salute di suo figlio. Tuttavia, talvolta, il sistema immunitario diventa iperprotettivo e induce il corpo ad attaccare sostanze che in realtà non sono nocive, quali le proteine contenute nel latte vaccino. Una volta che il sistema immunitario di suo figlio ha riconosciuto queste proteine come una minaccia, le attaccherà ogni volta in cui suo figlio entrerà in contatto con esse, consumando cibi a base di latte. La reazione allergica che si innescherà porterà all’insorgenza di sintomi quali coliche, orticaria, eruzioni cutanee ed a manifestazioni respiratorie e gastrointestinali. Sebbene possa rimanere turbato dalla notizia che suo figlio non può assumere prodotti caseari, esiste un’elevata possibilità che tale condizione sia limitata nel tempo; difatti, la maggior parte dei bambini la supera spontaneamente prima dei 3-5 anni d'età.
La maggior parte dei bambini diventa spontaneamente tollerante al latte vaccino tra i 3 e i 5 anni d'età.2,3
Il termine "tolleranza" indica che i bambini possono nuovamente mangiare prodotti caseari senza manifestare reazioni allergiche.
L'allergia alle proteine del latte vaccino è determinata da una risposta del sistema immunitario verso le proteine del latte vaccino, come la caseina e le proteine del siero del latte. L'intolleranza al lattosio determinata dell'incapacità dell’organismo di digerire uno zucchero del latte, ovvero il lattosio. I bambini con intolleranza al lattosio non posseggono un enzima necessario a digerire questo zucchero del latte.6 L'allergia alle proteine del latte vaccino e l'intolleranza al lattosio hanno alcuni sintomi in comune, quali meteorismo, dolore addominale e diarrea.6 Tuttavia, a differenza di quanto avviene nell'allergia alle proteine del latte vaccino, l'intolleranza al lattosio non è causata da una reazione immunitaria e non provoca reazioni allergiche quali orticaria, eruzioni cutanee, sibili respiratori, naso che cola e tosse persistente.
1. Fiocchi et al. 2012 (DRACMA)
2. Koletzko et al. 2012
3. Canani et al. 2013
5. Vandenplas et al. 2007
6. De Greef et al. 2012 (http://www.wjpch.com/UploadFile/003%20%2011-194.pdf)
7. Du Toit et al. 2010